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Musei Vaticani

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Vaticano
I Musei Vaticani ospitano le più importanti e grandi collezioni al mondo che comprendono capolavori dell'antichità, dall'Egitto alla Grecia a Roma, dall'arte paleocristiana e medievale al Rinascimento, dal XVII secolo all'arte contemporanea.

  • Posizione
    Città del Vaticano

  • Costruito da
    Bramante, Antonio da Sangallo, Domenico Fontana, Antonio Canova, Giuseppe Momo e altri a partire dal 1447

  • Cosa vedere
    Pinacoteca vaticana, museo egizio, museo etrusco, cappella Sistina, stanze di Raffaello

  • Prezzo
    Biglietto standard da 12 a 21 euro

  • Come arrivare
    Stazione Metro: Ottaviano

Musei Vaticani: storia dei musei e cosa vedere
Vista della scala elicoidale a doppia rampa progettata dall'Architetto Giuseppe Momo nel 1929/1932

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Affreschi, quadri, mosaici, sculture e statue di inestimabile bellezza create da sommi artisti e raccolte dai papi nel corso dei secoli, sono conservate ed esposte nelle varie sale dei Musei Vaticani e rappresentano la più grande collezione d’arte al mondo.

Questo immenso patrimonio è stato reso possibile attraverso il progressivo arricchimento con capolavori dal Rinascimento fino al XX secolo. Il complesso museale del Vaticano, con 54 musei in totale e 70.000 opere, di cui solo 20.000 in mostra, si sviluppa su 1400 stanze, cappelle e gallerie, ed è custode di una straordinaria eredità di capolavori, bellezza e storia oltre che un luogo simbolo di dialogo tra le culture e religioni.

Storia

Preesistenza

Uno dei papi più colti della chiesa, Papa Niccolò V, nel primo anno del suo pontificato, il 1447, decise di far affrescare la propria cappella privata dal frate Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro, detto Beato Angelico.

Il famoso pittore francescano dipinse un ciclo di affreschi sulla vita dei Santi Stefano e Lorenzo dando vita così alla realizzazione della Cappella Niccolina, il primo nucleo dei futuri Musei Vaticani.

Nel 1470, Papa Sisto IV iniziò a lavorare alla famosa Cappella Sistina eretta dall’architetto Giovanni dei Dolci, commissionandone le decorazioni ad importanti artisti del Rinascimento come Botticelli e Perugino che realizzarono gli affreschi delle pareti.

Papa Alessandro VI (Borgia), successore di Niccolò V, ne seguì l’esempio e per il proprio appartamento nel Palazzo Apostolico, affidò l’incarico della decorazione della sua cappella privata al pittore Bernardino di Betto, noto come Pinturicchio che nel 1494 completò un incantevole ciclo di affreschi delle varie sale.

Musei Vaticani: la nascita

Ma colui che è ritenuto il vero fondatore delle Collezioni Vaticane è Papa Giulio II Della Rovere che nel 1506, con significativi cambiamenti, portò in dote la sua ingente collezione privata di sculture classiche collocandole nel Cortile delle Statue, oggi Cortile Ottagono.

Aggiunse poi altre opere al palazzo acquistando le sculture antiche più famose del tempo per realizzare il Cortile del Belvedere di cui affidò il progetto a Donato Bramante.

L’evento più importante del Papa Giulio II nel 1508, fu la decisione di affrescare il soffitto della Cappella Sistina dando l’incarico a Michelangelo che lo realizzò dal 1508 al 1512 raffigurando fatti e personaggi dell’Antico Testamento.

Papa Paolo III completò il ciclo delle decorazioni commissionando sempre a Michelangelo l’affresco del Giudizio Universale sulla parete ovest dietro l’ altare, un lungo lavoro svolto nel periodo dal 1534 al 1541.

Il papa Sisto V fu l’ultimo che esegui importanti progetti di costruzione, dandone l’incarico all’architetto Domenico Fontana tra cui la nuova sede della Biblioteca Apostolica e il nuovo palazzo pontificio che è l’attuale residenza del papa.

L’edifico fu completato, durante il pontificato di Clemente VIII da Taddeo Landini, a cui si deve la splendida Sala Clementina, decorata da Giovanni e Cherubino Alberti e Paolo Bril. Nel 1580, Papa Gregorio XIII commissionò la Galleria delle Mappe sul lato ovest del cortile del Belvedere.

Dal seicento ad oggi

La Scala Regia, uno dei più importanti capolavori di Gian Lorenzo Bernini, fu l’unica opera di rilievo del XVII secolo realizzata nel Palazzo Apostolico, sotto Alessandro VII e collega la Basilica di San Pietro con le stanze di Raffaello e la Cappella Sistina.

Nel 1807, ad opera dello scultore classico Antonio Canova, fu avviata la costruzione del Museo Chiaramonti composto dalla Galleria Chiaramonti, dalla Galleria Lapidaria e dal Braccio Nuovo. Papa Gregorio XVI aprì nel 1837 il Museo Etrusco con reperti degli scavi dall’Etruria e nel 1839 il Museo Egizio con scavi e monumenti dall’Egitto.

Il ritorno definitivo del Papa nel Palazzo Apostolico in Vaticano avverrà soltanto con Pio IX (1846 – 1878) in seguito all’unificazione politica dell’Italia e la presa di Roma nel 1870.

Inaugurazione

Anche se il papa Giulio II concesse solo ad artisti, nobili e studiosi il privilegio di ammirare alcuni capolavori d’arte esposti nel Palazzetto del Belvedere (oggi parte del Museo Pio-Clementino), i Musei Vaticani furono aperti al pubblico soltanto nel 1771 per volere di Papa Clemente XIV.

Cosa vedere: i Musei

I Musei, prima di raccontare la storia delle prestigiose collezioni, simboleggiano gli ambienti di rappresentanza dei pontefici che si sono succeduti nel corso dei secoli. L’immensa collezione accumulata dalla Chiesa cattolica romana, vanta alcune delle più famose sculture romane e i più grandi capolavori dell’arte rinascimentale nel mondo.

Pinacoteca vaticana

Nelle 18 grandi sale della Pinacoteca Vaticana, una delle gallerie d’arte più importanti d’Europa, si possono ammirare i capolavori d’arte dal periodo tra l’XI e il XIX secolo. Naturalmente lo spazio preponderante è dedicato al Rinascimento con gli artisti che lo hanno maggiormente contraddistinto.

Intorno alla fine del XVIII secolo Papa Pio VI diede vita alla collezione con solo 118 magnifici dipinti, alcuni dei quali furono trasferiti da Napoleone a Parigi per il Trattato di Tolentino (1797). Dopo la caduta di Napoleone nel 1817, i dipinti ritornarono in possesso della Chiesa anche grazie all’impegno dello scultore Antonio Canova. e da qui l’idea di allestire una moderna galleria d’arte aperta al pubblico.

Papa Pio XI nel 1932, con il proposito di valorizzare e far conoscere l’ingente patrimonio storico-artistico dei pontefici, inaugurò la nuova pinacoteca realizzata dall’architetto Luca Beltrami com le opere che vanno dal Medioevo al 1800.

Negli anni successivi la collezione ha continuato ad ampliarsi con donazioni da privati e acquisti raggiungendo l’odierno nucleo di 460 tele, suddivise cronologicamente e secondo la scuola: dai cosiddetti Primitivi del XII fino al XIX secolo.

Grandi artisti della storia dell’arte italiana sono presenti nella collezione con i loro capolavori: Giotto, Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Raffaello, Giovanni Bellini, Leonardo, Tiziano, Veronese, Caravaggio, Peter Wenzel e gli arazzi di Pieter van Aelst.

Tra i dipinti più famosi citiamo:

  • Giotto: Polittico Stefaneschi
  • Raffaello: Madonna di Foligno, Pala Oddi e Trasfigurazione
  • Leonardo da Vinci: San Girolamo nel deserto
  • Caravaggio: La Sepoltura di Cristo
  • Perugino: Madonna col Bambino e santi e Resurrezione di San Francesco al Prato
  • Filippo Lippi: L’Inconorazione Marsuppini, tempera su tavola
  • Olivuccio di Ciccarello: Opere di Misericordia
  • Jan Matejko: Giovanni III Sobieski libera Vienna dall’assedio dei Turchi, il più grande quadro dei musei.

Museo Pio-Clementino

Fondato da papa Clemente XIV nel 1771 ed ampliato dal 1775 al 1799 dal suo successore Pio VI, il museo ebbe origine per valorizzare e promuovere le più importanti opere d’arte greche e romane dal Vaticano.

È il più grande dei musei vaticani con le sue quattordici sale espositive, suddivise su due livelli che presentano opere e reperti archeologici dal III secolo a.C. al XIX secolo.  Tra le statue più famose: Apollo del Belvedere, una copia romana in bronzo basata sull’originale greco, che fu probabilmente realizzata da Leochares (330-320 a.C.) e la Apoxyomenos (I secolo d.C.), in marmo, copia romana da un originale bronzeo di Lisippo (terzo quarto del IV secolo a.C.).

L’opera più famosa del museo, ritrovata nel 1506 tra le rovine delle Terme di Tito a Roma è il Gruppo scultoreo del Laocoonte, una copia romana del I secolo d.C. dall’originale in bronzo greco del II secolo a.C., opera di Aghesandro, Polydoro e Athenodoro, scultori di Rodi.

L’eccezionale capolavoro riscosse l’ammirazione di Michelangelo che lo definì «un portento d’arte» e fu acquistato dal papa Giulio II per il Vaticano. L’itinerario museale inizia dalla Sala a Croce greca e si completa con la Galleria dei Candelabri secondo questo ordine:

  • I  Sala a Croce Greca: Sarcofago di sant’Elena, Sarcofago di Costanza entrambi in porfido rosso
  • II  Sala Rotonda: Statua colossale di Antinoo (130 d.C.), Statua di dea Demetra in marmo, Testa colossale di Adriano (inizio II secolo), Statua colossale di Ercole
  • III  Sala delle Muse: Torso del Belvedere (I sec. a.C.), Statue della Musa Talia, della Musa Calliope, di Apollo che suona la cetra (III secolo a.C.), tutte in marmo.
  • IV  Sala degli Animali: Gruppo scultoreo con Centauro marino, Statua di Meleagro (150 a.C. ca.), Gruppo scultoreo con Mitra uccide il toro primigenio (II secolo d.C.), tutte in marmo. Statua di giaguaro (1795) in alabastro
  • V  Gallerie delle Statue: Statua di Arianna dormiente, (II sec. a.C.), Coppia di candelabri (II secolo d.C.), Eros di Centocelle, (IV sec. a.C.), Statua di Apollo sauroktonos, Statua di Amazzone ferita, copia romana da orinale bronzeo greco di Fidia (330 a.C. ca.), dedicata all’Artemide di Efeso.
  • VI  Sala dei Busti: Statua di Giove Verospi (III sec. d.C.), Ritratto di Menelao con elmo da parata (II sec.), Ritratto di Giulio Cesare (30 – 20 a.C.), Busto di Traiano (108 – 111 d.C. ca.), Ritratto di Antonino Pio (148 d.C. ca.), Busto di Marco Aurelio (164 – 166 d.C. ca.), Busto di Commodo ventenne (180 d.C. ca.), Ritratto di Caracalla, tutte opere in marmo
  • VII  Gabinetto delle Maschere: Statua di Venere accovacciata, (III sec. a.C.)., Statua della Afrodite Cnidia, in marmo, (metà del IV sec. a.C.), realizzata da Prassitele, Gruppo scultoreo delle Tre Grazie (II sec. d.C.)
  • VIII  Cortile Ottagono: Apollo del Belvedere (130 – 140 d.C.), Statua distesa di dio fluviale (II secolo d.C.), Gruppo scultoreo del Laocoonte con i figli avvolti dalle spire di due serpenti (prima metà del I secolo d.C.), Statua di Hermes (inizio II sec. d.C.), Statua di Venere felice (170 d.C. ca.), Statua di Perseo trionfante con la testa di Medusa (1800 – 1801), di Antonio Canova, Sarcofago con generale romano e sarmati (180 d.C. ca.), tutte opere in marmo.
  • IX  X, Vestibolo rotondo e Gabinetto dell’Apoxyomenos: Statua dell’Apoxyomenos (I secolo d.C.), in marmo, copia romana da un originale bronzeo di Lisippo (ca. IV secolo a.C.), Ritratto del cosiddetto “Ennio” con la testa cinta da una corona d’alloro (metà del II secolo a.C.), Ara Casali (inizio III secolo d.C.) con Scene di leggende troiane e romane
  • XI  Vestibolo: qui si trova uno degli accessi alla Scala del Bramante (inizio del XVI secolo), fatta costruire da papa Giulio II, per creare un ingresso esterno al palazzetto. Di particolare interesse: Rilievo con una bireme da guerra, in marmo
  • XII  Vestibolo quadrato: Sarcofago di Lucio Cornelio Scipione Barbato (metà del III sec. a.C.), in nefro (varietà grigia di tufo)
  • XIII  Sala della Biga: Cassa di biga (I sec. d.C.), in marmo, Discobolo (II sec. d.C.), copia romana da un originale bronzeo che di Mirone (560 – 550 a.C.)
  • XIV  Galleria dei Candelabri: Sarcofago con rilievi con Scene del mito di Protesilaos (170 d.C.), Coppia di candelabri (inizio II sec. d.C.), Sarcofago con rilievi raffiguranti la Strage dei Niobidi (160 d.C.), Statua di bambino che strozza l’oca, Tyche (Fortuna) di Antiochia sull’Oronte, seduta sulla roccia, Statua di Atalanta (I sec. a.C.), attribuita a Prassitele, Statua di guerriero persiano, tutte opere in marmo.

Museo Pio Cristiano

Provengono dal palazzo del Laterano, residenza papale fino al 1304, le opere esposte nel Museo Pio Cristiano che ospita sarcofagi e statue datate tra il II e il V secolo d.C. La sua fondazione nel 1854 fu opera del Papa Pio IX che ne decise la realizzazione pochi anni dopo l’inizio degli scavi affidati alla Commissione per l’Archeologia Sacra.

Il museo è diviso in due grandi sezioni: la sezione che mostra i monumenti architettonici, scultorei e musivi, e la sezione che raccoglie materiale epigrafico, suddiviso per età e soggetti.

Il ritrovamento archeologico più famoso del Museo Pio Cristiano è la Statua del “Buon pastore con agnello“, datata 300-350 ca. d.C. realizzata da uno scultore anonimo. La scultura in marmo bianco è stata rinvenuta nelle Catacombe di San Callisto, ed è la statua più antica al mondo di Gesù Cristo, la prima rappresentazione di Cristo in assoluto.

L’opera raffigura un giovane pastore con lunghi capelli ricci con una tunica senza maniche, una borsa a tracolla e un agnello sulle spalle. La statuetta è l’unico pezzo trovato di un bassorilievo originariamente decorato su un sarcofago particolarmente ricco.

Museo Chiaramonti

Il Museo Chiaramonti prende il nome da Papa Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaramonti), che commissionò il progetto ad Antonio Canova e fu inaugurato nel 1807. I canoni per la disposizione delle opere furono stabiliti dallo stesso Canova, che aspirava a esibire congiuntamente le tre arti sorelle:

  • scultura
  • architettura
  • pittura

La sezione della scultura ricca di miglia di reperti antichi, tra ritratti di imperatori, di divinità, fregi e rilievi di sarcofagi. La sezione architettura caratterizzata dalle mensole ottenute da antiche cornici architettoniche e la pittura nel ciclo degli affreschi eseguiti da giovani artisti dell’epoca con lo stesso Canova come mecenate.

Tre sono le gallerie che compongono il museo:

  • La Galleria Chiaramonti
  • Il Braccio Nuovo
  • La Galleria lapidaria

La collezione della galleria Chiaramonti, una grande costruzione ad arco, contiene circa un migliaio di sculture, ritratti imperiali, sarcofagi e fregi. Un colonnato lungo 300 e largo 6,70 metri, progettato da Bramante, ha in entrambi i lati del lungo corridoio opere in marmo dell’Impero romano, per lo più copie di originali greci. Eracle con il figlio Telefo, Dioniso con Satiro, una copia della Niobe ammantata.

Nel Braccio Nuovo sono ospitate statue famose, ritratti imperiali e copie romane di famosi originali greci nelle 28 grandi nicchie ad arco su ciascun lato, 15 nicchie rettangolari per statue e 32 piedistalli per busti.

La volta a botte, decorata con rosette in stucco è intervallata da 12 finestre che illuminano le opere d’arte esposte. Di rilevante importanza la statua colossale del Nilo, copia romana di sculture greche del I secolo d.C e la statua di Augusto ritrovata a Prima Porta, una copia romana di Doriforo, sull’originale dello scultore greco Policleto (440 a.C.) e due splendidi pavoni in bronzo dorato.

Nella Galleria lapidaria si trova la più grande collezione di questa tipologia al mondo. Sono circa 3400 “pagine” incise su lastre, cippi, are, sarcofagi dal I a. C. al VI secolo d. C. distribuite in 48 pareti in base al tema: religione, imperatori, esercito, mestieri, famiglia, cristianesimo etc… La galleria è una fonte inestimabile per conoscere il mondo antico, i popoli, le nazioni, le classi sociali e i rapporti internazionali.

Museo Gregoriano egizio

Le vestigia degli antichi faraoni acquisiti dai papi alla fine del XVIII secolo, sono ospitate in stanze decorate dallo scultore pittore Giuseppe De Fabris in in stile retrò egiziano.

Fu Papa Gregorio XVI che fece fondare il Museo Gregoriano Egizio nel 1839. La struttura ospita monumenti e reperti dell’antico Egitto provenienti in parte da Roma e da Villa Adriana vicino a Tivoli nonché i ricchi reperti e le statue che erano state trasportate a Roma durante il dominio degli imperatori.

Il Museo occupa nove sale di cui le ultime due ospitano reperti dell’antica Mesopotamia e della Siria-Palestina. La seconda sala ha alcuni sarcofagi di mummie dipinte, gioielli e altri ornamenti funerari. Le pregevoli statue in basalto nero di una fontana che decorarono la villa dell’Imperatore Adriano sono nella terza sala.

Nella sala 5 si trovano meravigliose statue di faraoni, regine e divinità risalenti al 21 ° secolo a.C. Sculture, iscrizioni e rilievi dell’antica Assiria, Anatolia e altre culture mediorientali sono dislocate nelle altre sale.

Museo Gregoriano etrusco

Il Museo Gregoriano Etrusco fondato da Papa Gregorio XVI nel 1837, presenta reperti archeologici dell’Etruria meridionale come vasi e bronzi dall’Italia ellenizzata con reperti di epoca romana. La collezione comprende anche una vasta raccolta di reperti scoperti nel 1828 durante gli scavi effettuati nei siti di alcune tra le più importanti città dell’antica Etruria e nelle tombe vicino a Vulci.

Nelle sale è possibile ammirare gli originali cicli pittorici cinquecenteschi, tra cui affreschi dei pittori Federico Barocci e Federico Zuccari, Santi di Tito e Niccolò Circignani detto il Pomarancio, nonché opere murali a tempera di grande interesse risalente alla fine del XVIII secolo.

Il famoso Marte di Todi è una figura in bronzo a cera persa tecnicamente perfetta, ma non ancora ai livelli dello spirito degli insuperabili modelli greci. È uno dei rarissimi cimeli della statuaria antica italica pervenuta ai nostri giorni e raffigura un guerriero vestito di corazza e originariamente anche di un elmo andato pero’ perduto. Famosissima un’anfora greca del pittore e ceramista Exekias che mostra Achille e Aiace che giocano a dadi.

Museo Etnologico

Originariamente collocato nel Palazzo Laterano, fu poi trasferito in Vaticano nel 1926 per decisione del papa Pio XI.  Le oltre centomila opere, preservate, restaurate e catalogate della collezione del Museo Etnologico del Vaticano, sono testimoni del rispetto delle diversità culturali e spirituali del mondo.

Contiene opere d’arte e testimonianze storiche di tutte le aree sulla terra dove il papa ha svolto le sue missioni. Uno strumento di narrazione incentrato sull’uomo dove le opere spiccano come ambasciatrici di popoli, storie e territori.

Due sono i percorsi in cui la mostra si sviluppa: il primo, che verte su approfondimenti tematici, prevede una struttura modulare, componibile, con teche e video proiezioni, facilmente trasportabile. Il secondo, testimonia i valori del Museo attraverso la vastità delle sue collezioni tra cui primeggiano:

il Tempio del Cielo a Pechino, l’Altare di Confucio e il Tempio shintoista dell’antica capitale giapponese Nara; Statue di culto, principalmente buddiste, testimonianze di vita religiosa in Tibet, Indonesia e India, nonché dall’Estremo Oriente; reperti della cultura islamica e dell’Africa centrale; oggetti e opere d’arte del continente americano, in particolare Messico, Guatemala e Nicaragua.

Le Cappelle

Molti sono stati i papi che hanno fatto costruire la propria cappella nei palazzi abitati, un luogo privato di raccoglimento e di preghiera spesso impreziosito da decorazioni e affreschi di inestimabile valore fatti realizzare da famosi artisti del tempo e addobbato con cimeli e statue antiche.

Tra queste cappelle la più famosa è la Cappella Sistina che vanta un ciclo di affreschi unico al mondo sia alle pareti che sulla volta.

Cappella Sistina

La Cappella Sistina è una delle cappelle del Palazzo Apostolico e deve il suo nome al Papa Sisto IV Della Rovere che la fece costruire utilizzando le fondamenta e le pareti rimaste della vecchia Cappella Magna, una sala fortificata del Medioevo. Il progetto dell’architetto Baccio Pontelli mirava ad utilizzare le mura medievali fino a un terzo della loro altezza.

La costruzione iniziò all’inizio del 1475, e i lavori furono completati nel 1483. L’edificio a pianta rettangolare è lungo 40,9 metri, largo 13,4 metri e alto 20,7 metri, mentre il soffitto è una volta piatta.

Gli affreschi alle pareti mostrano, rispettivamente, scene orientali della vita di Gesù e Mosè e furono realizzati da grandi pittori del Rinascimento come Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli e Luca Signorelli.

La cappella ha conquistato fama internazionale soprattutto per gli affreschi dipinti nella Volta da Michelangelo Buonarroti dal 1508 al 1512 su commissione di Papa Giulio II che rappresentano importanti episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento.

Soprattutto la scena più nota e iconica “La Creazione di Adamo” è un’opera di fama mondiale e frequentemente riprodotta. Mostra come Dio Padre dona la vita ad Adamo toccandolo con il dito teso. Gli affreschi furono mostrati al pubblico nel novembre del 1512 e raffigurano scene della Genesi per un totale di 520 mq dipinti con 115 personaggi reali.

Venticinque anni dopo gli affreschi della volta, Papa Clemente VII chiese al genio fiorentino di decorare la parete dietro l’altare sacrificando le opere esistenti del Perugino. Michelangelo creò così, dal 1535 al 1541, Il Giudizio universale, dipingendo la grande parete con 300 figure, quasi tutti i maschi e angeli mostrati nella loro nudità.

È possibile approfondire l’argomento della Cappella Sistina sulla pagina dedicata alla “Volta“:

Cappella Niccolina

La Cappella Niccolina, una delle cappelle del Palazzo Apostolico, era votata a luogo privato per la preghiera di Papa Nicola V che la fece affrescare da Frate Beato Angelico che utilizzò l’oro delle Americhe come elemento decorativo nei ricchi dettagli architettonici.

Furono i primi due martiri cristiani il soggetto degli affreschi, con San Pietro, San Lorenzo e Santo Stefano, seguendo il racconto biblico degli Atti degli Apostoli. Purtroppo è andata perduta la Deposizione di Cristo, un tempo collocata sopra l’altare, ma la maggior parte delle opere del Frate Angelico è ancora fortunatamente ben conservata, in particolare le lunette negli archi della stanza e la meravigliosa volta con i quattro Evangelisti.

La visita alla cappella non è inclusa nei soliti tour turistici, ma può essere vista da speciali gruppi con prenotazione.

Le Stanze

Numerose sono le stanze nei palazzi vaticani che nel corso dei secoli sono state dimore dei papi o studi privati. Questi luoghi hanno sempre ospitato collezioni di dipinti o affreschi. Tra le stanze dei musei vaticani quelle di Raffaello sono le più famose.

Le Stanze di Raffaello

Realizzate da Raffaello e dai suoi allievi tra il 1508 e il 1524, le quattro stanze erano all’interno dell’appartamento al secondo piano del Palazzo Pontificio che Papa Giulio II della Rovere (1503 al 1513) aveva scelto come propria residenza.

Alla morte di Giulio II, soltanto due delle stanze erano completate. Fu Papa Leone X a continuare il progetto che, dopo la morte di Raffaello nel 1520, fu portato a termine dai suoi assistenti Gianfrancesco Penni, Giulio Romano e Raffaellino del Colle completando il ciclo degli affreschi nella Sala di Costantino. Le quattro sale rappresentano eventi storici così suddivisi:

  • Sala di Costantino: con gli affreschi della Visione della Croce, Battaglia di POnte Milvio, Battesimo di Costantino, Donazione di Roma, Trionfo della religione Cristiana
  • Stanza di Eliodoro: con gli affreschi de L’espulsione di Eliodoro dal tempio, La messa a Bolsena, L’incontro di Leone Magno e Attila, la Liberazione di San Pietro
  • Stanza della Segnatura: con gli affreschi della Disputa del Santissimo Sacramento, Il Parnaso, La scuola di Atene, Le virtù cardinali
  • Stanza dell’Incendio di Borgo: con gli affreschi de Il giuramento di Leone III, L’incoronazione di Carlo Magno, Incendio nel Borgo, La battaglia di Ostia.

Gli appartamenti dei Borgia

Bernardino di Betto, detto anche Pinturicchio, assieme ai suoi assistenti ebbe l’incarico di progettare gli appartamenti privati ​​di papa Alessandro VI Borgia. L’artista, descrivendo leggende e storie dell’Antico e del Nuovo Testamento,  affrescò sei sale dal 1492 al 1495. Le sale principali prendono il nome dai motivi dei loro affreschi:

  • Sala delle Sibille
  • Sala del Credo
  • Sala della Madonna
  • Sala dei Santi

La decorazione della Sala dei Pontifici del XVI secolo è opera di Giovanni da Udine e Pierin del Vaga, allievi di Raffaello. Il papa Leone XIII dopo un restauro completo delle stanze da parte del pittore Ludwig Seitz le aprì al pubblico.

Oggi parte della collezione di arte moderna è in mostra nell’appartamento Borgia, anche se nella maggior parte di queste sale è presente una collezione di arte religiosa moderna voluta da papa Paolo VI nel 1973. La collezione comprende circa seicento dipinti, sculture e grafica di artisti italiani e internazionali come Gauguin, Chagall, Klee e Kandinskij.

L’ingresso monumentale

I Musei Vaticani, sull’esempio degli storici musei come gli Uffizi, il Louvre, il Prado e l’Ermitage si sono organizzati e strutturati a modello di grande sistema museale già dalla fine degli anni Trenta per una corretta e proficua accoglienza dei visitatori.

Per poter visitare le splendide collezioni d’arte, archeologia ed etnologia create dai vari pontefici nel corso dei secoli, nel febbraio del 2000 è stato aperto un altro ingresso  con lo stemma di Papa Pio XI fiancheggiato dalle statue di Raffaello e di Michelangelo, nella parte settentrionale delle mura vaticane, accanto a quello vecchio in viale del Vaticano, non lontano da quello più antico dal Cortile di San Damaso.

Per agevolare l’uscita dell’enorme flusso di visitatori giornalieri dal complesso museale c’è l’avveniristica scala a doppia spirale elicoidale in rampa con la sua ringhiera progettata dall’architetto Giuseppe Momo nel 1929/1932, impreziosita dai rilievi in bronzo creati dallo scultore romano Antonio Maraini.

Come arrivarci:
Metro A (fermata Ottaviano e Cipro) – BUS 34, 46, 64, 98, 190F, 881, 916, 916F, 982, N5, N15, N20 (fermata Cavaleggeri/San Pietro) 590 (fermata Risorgimento) 23, 492, N11 (fermata Risorgimento/Porta Angelica) 23, 49, 492, 982, 990, N10 (fermata Crescenzio/Risorgimento) 32, 81 (fermata Risorgimento) 49 (fermata Viale Vaticano/Musei Vaticani) 31, 33, 180F, 247 (fermata Cipro/Metro A) 23, 492 (fermata Bastioni di Michelangelo) – Tram 19 (fermata Risorgimento/San Pietro) – FL3, FL5 (Stazione Roma San Pietro).

Musei Vaticani: opinioni e commenti

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