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Colosseo

Colosseo

Celio
Il Colosseo (Anfiteatro Flavio) è il monumento più famoso di Roma e rappresenta il primo ed il più grande anfiteatro stabile in muratura del mondo.

  • Posizione
    Piazza del Colosseo

  • Costruito da
    Imperatore Tito Flavio Vespasiano tra il 70/71 d.C. e l'81 d.C.

  • Cosa vedere
    Colosseo, sotterranei

  • Apertura
    Tutti i giorni, 8.30-16.30/19:15

  • Prezzo
    Da 16 euro

  • Come arrivare
    Stazione Metro: Colosseo (blu)

Colosseo (Anfiteatro Flavio). Storia, Descrizione e Informazioni Utili
Vista fronte ovest del Colosseo fotografato da Colle Oppio

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Il Colosseo fa parte di un complesso di edifici strettamente collegati allo stesso, definibile come “complesso anfiteatrale”. Il Colosseo era infatti usato per gli spettacoli dei gladiatori ed altre manifestazioni pubbliche, e, attraverso vie ipogee e superficiali era collegato ad edifici finalizzati ai preparativi, dal vestibolo neroniano (usato anche come deposito per le macchine) al ninfeo.

Il Colosseo di Roma: la storia dell’Anfiteatro Flavio

A seguito della morte di Nerone (68 d.C.), tra la fine del 70 ed il 71 d.C. ebbe inizio la costruzione del Colosseo sotto l’imperatore Tito Flavio Vespasiano. I lavori di realizzazione durarono soli nove anni e l’inaugurazione ebbe luogo nell’80 d.C. sotto il regno di Tito, figlio di Vespasiano.

Per la realizzazione di tale opera furono impiegati i proventi del saccheggio del tempio santo di Gerusalemme risalenti a quando nell’agosto o settembre del 70 d.C. le legioni di Tito conquistarono la città giudaica.

In realtà l’intervento dei Flavi ha interessato tutta l’area del bacino, comprendendo quindi  altri edifici accessori annessi all’anfiteatro, che, pare fossero già previsti nel progetto iniziale di Vespasiano. Ne sono prova inconfutabile le gallerie di collegamento fra tali edifici e l’Anfiteatro stesso, realizzate contestualmente alle opere fondali.

Per l’intero complesso di grandi opere su una superficie di almeno sette ettari i tempi sono stati ben più lunghi, fino al tardo regno di Domiziano, a circa venti anni dall’inizio del cantiere.

Cosa c’era prima del Colosseo?

Prima dell’incendio del 18 luglio del 64 d.C. che distrusse in sei giorni e sette notti gran parte del centro di Roma, dove oggi sorge il Colosseo vi era la Domus Aurea, la residenza di Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico.

Colosso di Nerone

Colosso di Nerone: resti del basamento davanti al Colosseo

Presumibilmente, l’area del Colosseo era occupata da un laghetto facente parte della Domus Aurea, a pochi passi dal vestibolo dove si ergeva il Colosso di Nerone. Quest’ultimo era una statua in bronzo di oltre trenta metri di altezza commissionata dallo stesso Nerone e realizzata tra il 64 ed il 68 d.C. per mano dello scultore Zenodoro.

Ne rimase soltanto la base, che però è stata demolita nel 1936 per lavori di riqualificazione del sito archeologico. É probabile che proprio per le sue dimensioni “colossali” prenda il nome il Colosseo, anche se tale associazione pare sia di origine medievale. Nell’immagine: foto storica scattata nel 1890 1

Prima e dopo: il bacino del Colosseo

Nella sezione qui di seguito (che ricalca l’ipotesi ricostruttiva di Rossella Rea, Heinz-Jürgen Beste e Lynne C. Lancaster 2) vediamo come è cambiato l’aspetto del bacino dove sorse il Colosseo. In particolare vediamo come l’intervento dei Flavi abbia ridotto in maniera sostanziale il vestibolo per far spazio all’enorme struttura.

Sezione del vestibolo adiacente al Colosseo

Epoca di Nerone Modifiche apportate dall’edilizia flavia
1 – Vestibolo-atrio 4 – Meta Sudans
2 – Terrazze 5 – Area di rispetto dell’anfiteatro
3 – Portici e lago 6 – Anfiteatro Flavio

 

Vestibolo neroniano

Come vediamo nella sezione della TAV. 52.1 (l’osservatore è a sud), sul versante occidentale vi era il vestibolo, strutturato in discesa, con terrazzamenti che si estendevano ad est verso un portico affacciato sulla sponda di un lago semi-artificiale. Tale bacino, di forma quadrangolare, era alimentato dall’acquedotto Claudio tramite il Ninfeo e si presume avesse dimensioni ben superiori rispetto all’arena anfiteatrale, forse addirittura quattro ettari.

Il vestibolo accoglieva al suo interno, oltre al Colosso citato pocanzi, anche le “celsa pegmata” o “machine” durante il regno di Tito, che sarebbero i macchinari di scena dell’anfiteatro, che venivano trasportati a valle e poi fatti entrare direttamente nei sotterranei dell’anfiteatro, oppure per via superficiale, attraverso il criptoportico occidentale e calate dalle stesse botole da cui venivano fatte apparire durante gli spettacoli. Troviamo riscontro in alcuni epigrammi di Marziale [3].

É convincente l’ipotesi che il Colosso fosse alloggiato all’interno del vestibolo. Di opinione differente è l’interpretazione di Boethius che legge nelle “celsa pegmata” collocate da Marziale nella “media via”, le impalcature per il rifacimento del colosso stesso. Mart. spect. 2.2] e Cassio Dione 3.

Con l’intervento dei flavi, i terrazzamenti vennero in parte sbancati per far posto alle fondamenta del Colosseo. Fra il vestibolo e l’anfiteatro venne realizzata un’area  in blocchi di travertino delimitata da cippi, dove, in una fase successiva, venne costruita la Meta Sudans da Domiziano.

Il Colosseo di Vespasiano (70/71 d. C. – 79 d.C.)

Dopo aver demolito le terrazze e la parte orientale del vestibolo neroniano, Vespasiano iniziò le opere di costruzione del piano dell’arena.

Chi era l’architetto del Colosseo

Leggenda narra che l’architetto che progettò il Colosseo fosse un certo Gaudenzio, nobile romano. Si narra anche che lo stesso Gaudentius venne ucciso proprio fra le mura del Colosseo nell’83 d.C., oppure dopo il 93 d.C. quando incominciarono le persecuzioni dei cristiani da parte dell’imperatore Domiziano.

La leggenda nasce nel XVII secolo, e trova ispirazione nell’interpretazione di un’iscrizione conservata in una cripta nella chiesa dei Santi Luca e Martina, situata nel Foro Romano. In realtà possiamo facilmente individuare i nomi dei committenti dei monumenti romani, più difficilmente i nomi degli architetti e dei progettisti, spesso equiparati a manovali e non menzionati, quindi, negli scritti storici.

Regno di Tito (79 d.C. – 81 d.C.)

Vespasiano muore a sessantanove anni il 23 giugno del 79 d.C. Gli succede il figlio Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto, noto per il suo impegno nei confronti del popolo romano e per il suo ampio programma di opere pubbliche, tra cui figura l’avanzamento dei lavori dell’Anfiteatro Flavio. Sotto il suo regno vengono realizzati il terzo e d il quarto ordine di posti.

Inaugurazione del Colosseo (80 d.C.)

Vespasiano quindi non vedrà mai realizzata l’opera a cui diede inizio e non parteciperà all’inaugurazione che si concretizzerà sotto il regno del figlio Tito nell’80 d.C. L’imperatore Tito regalerà al suo popolo cento giorni di festeggiamenti, consistenti in combattimenti tra gladiatori, spettacoli di caccia, esecuzioni capitali, e persino una “naumachia”, ovvero una battaglia navale.

Regno di Domiziano (81 d.C.)

Quando Tito muore nell’81 d.C. sale al potere suo fratello Cesare Domiziano Augusto Germanico, l’ultimo della dinastia flavia, che porterà a conclusione i lavori iniziati da Vespasiano, effettuando modifiche importanti all’ipogeo e ultimandola costruzione della “Meta Sudans”.

Sotterranei

Domiziano realizzerà inoltre un complesso sistema di sotterranei in muratura in sostituzione delle opere in legno. Tali sotterranei avranno differenti funzioni legate agli spettacoli. Qui vi erano vani adibiti alle bestie, ai condannati a morte, ai gladiatori, alle “machine”. Tuttavia, tali modifiche non permisero più di allagare l’arena e le “naumachie” divennero impossibili. Da Domiziano in poi l’arena fu riservata ai “munera”, i giochi gladiatori, ed alle “venationes”, le cacce di animali selvatici.

Meta Sudans: la fontana davanti al Colosseo

Di base circolare e forma tronco-conica, la “Meta Sudans” era una fontana imponente la cui realizzazione fu conclusa da Domiziano. Alta circa 18 metri, dalla sommità scendevano quattro rivoli d’acqua che riempivano una vasca inferiore.

Deve il nome alla forma, simile alla “meta”, struttura attorno alla quale giravano bighe e quadrighe, situate alle due estremità dei circhi dell’antica Roma. “Sudans” deriva dall’effetto dell’acqua che sembrava trasudare dalla superficie del cono, brillando per effetto della rifrazione dei raggi solari.

Vi furono diversi progetti per la rivalutazione del sito archeologico circondante il Colosseo già agli inizi dell’800 ma ciò che rimase della Meta Sudans venne demolito insieme al basamento del colosso di Nerone tra il 1933 ed il 1936 nell’ambito di un progetto di riqualificazione voluta dal duce Benito Mussolini.

Struttura

Dimensioni del Colosseo:

Altezza 48,5 m
Asse maggiore 188 m
Asse minore 156 m
Circonferenza 527m
Superficie 3 357 m²

Rilievo architettonico del Colosseo (Anfiteatro Flavio), fronte ovest

L’intera struttura è formata da ottanta mura radiali disposte su fondazioni di forma ellittica che convergono dal perimetro verso l’arena. Tali mura sostengono le volte, che a loro volta reggono le gradinate in marmo bianco.

Esternamente, in corrispondenza della luce fra le mura radiali vi sono gli archi, attraverso i quali si raggiungevano le scalinate che portavano ai vari settori della cavea. Sopra ognuno degli archi oggi ancora in piedi è indicato il numero progressivo corrispondente alla “tessera” degli spettatori che assistevano agli spettacoli (vedi TAV. 52.0).

Pianta del Colosseo (Anfiteatro Flavio)

Il Materiale del Colosseo

Per la costruzione del Colosseo venne utilizzato primariamente il travertino. Oltre centomila tonnellate di “lapis tiburtinus” (il nome latino) vennero fatte arrivare dalle vicine miniere “Albulae” di Tibur, l’attuale Tivoli, su carri che transitavano su venti chilometri di strada realizzata proprio per tale scopo.

Si impiegarono inoltre settecentocinquantamila tonnellate di pietra squadrata, ottomila tonnellate di marmo, seimila tonnellate di impasto e trecento tonnellate di ferro. Infine, gli stucchi che decoravano le superfici, il legno utilizzato per le pavimentazioni e l’ipogeo di Vespasiano.

Opera delle fondazioni

L’area identificata per la costruzione delle opere fondali del complesso anfiteatrale corrispondeva ad una superficie totale di ben 25.298 mq, poco più di due ettari. L’intervento di sterramento distrusse sia l’edilizia neroniana che quella precedente per far posto alle fondazioni.

Queste consistono in due piani, uno inferiore ed uno superiore. Presentano un perimetro esterno ed uno interno realizzati in calcestruzzo rivestito in laterizio. Sul muro di contenimento esterno venne costruita la corona ellittica delimitante la struttura, interrotta nei quattro punti cardinali in corrispondenza dei criptoportici e delle gallerie, mentre sul muro di contenimento interno venne costruita la corona ellittica che delimita l’arena.

Ad est ed ad ovest troviamo le “camere di manovra” collegate ai criptoportici, sotto le quali vi erano i canali ed erano collegate alle gallerie funzionali al cantiere ipogeo (successivamente occluse dall’interro dell’area esterna).

A sud vi era l’ingresso riservato all’imperatore e alla sua famiglia mentre a nord vi era l’ingresso per le autorità, dai senatori alle vestali, ai sacerdoti.

Ad est, in superficie, vi è la “Porta Libitinaria” usata per l’uscita dei combattenti (sia vivi che morti in battaglia) mentre a livello ipogeo vi è l’ingresso dei gladiatori in arrivo dal “Ludus Magnus”. Ad ovest vi è la “Porta Triunphalis”, per l’ingresso in pompa magna dei gladiatori, dei musicanti e del corteo. 4

Visitare il Colosseo

La visita al Colosseo è una tappa obbligata per tutti i turisti che vengono a visitare la città eterna, ma anche per i tanti romani che possono dedicare una mattinata per riscoprire questo gioiello dell’impero romano.

Il percorso di visita è limitato ai primi due piani e ad una parte dell’ipogeo, nonché della recente copertura parziale dell’arena.

L’allestimento permanente attuale

A partire dal 21 dicembre 2018 il Parco archeologico del Colosseo, attualmente diretto dall’archeologa Alfonsina Russo, offre al pubblico un nuovo allestimento. Con il coordinamento di Rossella Rea, in collaborazione con l’università di Roma 3 e l’Istituto Archeologico Germanico di Roma, viene proposto un percorso multimediale fatto di filmati e slideshow divisi in undici sezioni tematiche, dall’architettura alla vita quotidiana all’interno dell’Anfiteatro Flavio in epoca romana.

La riproduzione del montacarichi: il progetto di archeologia sperimentale

Il 5 giugno 2015 venne inaugurato dall’allora ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini un allestimento per i visitatori del Colosseo una riproduzione di uno dei ventotto ascensori di cui era dotata l’arena dell’Anfiteatro Flavio da Domiziano in poi.

I visitatori avranno modo di scoprire come il complesso sistema di pulegge, corde e contrappesi ha permesso per oltre quattrocento anni di movimentare felini, orsi, lupi e cervi dall’ipogeo, su verso l’arena, 8 metri più in alto. Il “monta-belve” è posizionato nel corridoio sotterraneo che segue il perimetro meridionale.

Inizialmente era previsto fosse un allestimento permanente, ma oggi è possibile vederlo in funzione solo in occasioni particolari. Oppure sperare che lo staff del parco archeologico del Colosseo pianifichi un tour speciale ad personam, come avvenuto per il primo spettatore Barack Obama a marzo 2014 o per Russel Crowe a giugno 2018.

 

  1. Base del Colosso in una fotografia storica risalente al 1890. Foto Gabinetto Fotografico Nazionale, D-2041
  2. “Il Cantiere del Colosseo”, Rossella Rea (in precedenza direttrice del Colosseo) – Heinz-Jürgen Beste – Lynne C. Lancaster
  3. Cassio Dione racconta come Adriano mostrò ad Apollodoro il progetto dell’anfiteatro, e questi gli consigliò di ergere l’anfiteatro su un podio, affinché le “μικανίματα”, le “macchine da guerra”, potessero passare inosservate dal vestibolo neroniano. Cass. Dio 69, 4, 3. 4.
  4. John Pearson, op. cit.

Colosseo: opinioni e commenti

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matilde moroni

Ottima spiegazione, utilissima per me che non sapevo alcune cose sul colosseo, e per mio nipote e la ricerca storica che si è impegnato a fare. Molto esauriente la spiegazione e comprensibile anche per bambini di scuola elementare

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